Serie B. Escluse Cesena e Bari, salvo invece l'Avellino

16.07.2018 22:14 di  Marco Ceccarini   vedi letture
Serie B. Escluse Cesena e Bari, salvo invece l'Avellino
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© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews

Livorno – La Serie B edizione 2018-19 non vedrà ai nastri di partenza le squadre di due importanti club italiani. Bari e Cesena, infatti, sono stati esclusi per i troppi debiti accumulati nel tempo, debiti che hanno loro impedito, quest’anno, l’iscrizione al campionato cadetto. La decisione della Figc, definitiva e senza ulteriore appello, è arrivata alla scadenza dei termini previsti oggi, lunedì 16 luglio, concernenti la regolarizzazione dei pagamenti e la presentazione della documentazione per l’iscrizione. Che l’epilogo per le due società sarebbe stato quello, però, era già chiaro dalle prime ore del pomeriggio. In serata, alla fine, è arrivata la conferma.

Diverso, invece, è stato l’epilogo per l’Avellino, il terzo club cadetto che, assieme a Bari e Cesena, era stato provvisoriamente escluso dalla Covicoc, la commissione di vigilanza della Figc sulle società di calcio professionistiche. Il club irpino, infatti, è riuscito a presentare, in extremis, la fideiussione richiesta e il suo nome risulta adesso tra le società partecipanti al secondo livello del calcio italiano.

Ma andiamo con ordine. Venerdì scorso, 13 luglio, la Covisoc ha escluso dal campionato di Serie B le squadre dell’Avellino, del Bari e del Cesena in quanto, seppure in condizioni diverse, rischiavano l’estromissione per non aver ottemperato agli obblighi economico-finanziari ed assicurativi necessari per partecipare al campionato. La Covisoc, però, aveva dato tempo fino ad oggi per regolarizzare i debiti ed i mancati adempimenti.

Quella del Cesena era la situazione più drammatica. Occorrevano almeno 6 milioni per tentare il salvataggio del club. Tale cifra sarebbe potuta arrivare da una banca d’affari inglese che giovedì scorso si era mostrata interessata a rilevare la società romagnola. Ma un po’ i tempi troppo stretti, un po’ il fatto che l’ammontare del pacchetto debitorio del Cesena non si esauriva con la cifra necessaria al salvataggio, hanno fatto fallire il tentativo. Il presidente Giorgio Lugaresi ha detto che è stato fatto tutto il possibile. Dopodiché, vista l’impossibilità di salvare il club, la dirigenza romagnola non ha neanche tentato il ricorso aderendo subito all’istanza di fallimento avanzata dalla Procura della Repubblica di Forlì, con udienza già fissata per il prossimo giovedì 9 agosto. I giocatori, a questo punto, sono da ritenersi tutti svincolati.

Intanto il prossimo venerdì, 20 luglio, scadrà il bando indetto dal sindaco di Cesena, Paolo Lucchi, per trovare un imprenditore o una cordata di imprenditori interessata a dar vita a una nuova società in grado di riallacciarsi alla tradizione sportiva del Cesena e ripartire quantomeno dalla Serie D.

Per quanto riguarda il Bari, invece, l’esclusione è stata il punto di arrivo di un percorso assai più travagliato, almeno per quanto riguarda la giornata odierna.

Il patron italiano del club inglese del Leeds, Andrea Raddrizani, si era detto disponibile a rilevare le quote della società calcistica del Bari per rilanciarla. Dei 3 milioni necessari, Radrizzani avrebbe dovuto versare 2 milioni 300 mila euro, mentre i restanti 700 mila euro dovevano essere garantiti dall’imprenditore barese Ferdinando Napoli, in modo appunto da arrivare alla cifra minima richiesta per garantire l’iscrizione al campionato. Contestualmente il presidente Cosmo Giancaspro doveva rassegnare le dimissioni. Tra l’altro le dimissioni di Giancaspro, al fine di eliminare il suo potere di firma, erano state sollecitate anche questa mattina. Contestualmente all’invio del bonifico necessario, ma comunque prima di esso, Giancaspro doveva uscire di scena. Così invece non è stato. Quando i giochi sembravano tutti fatti, Radrizzani avrebbe scoperto ulteriori posizioni debitorie a carico della società pugliese. Questo ha fatto saltare tutto. A quel punto non vi era il tempo per verificare, approfondire e risolvere la delicata questione. Così, attraverso un comunicato, i due imprenditori hanno fatto sapere che, trattandosi di un’operazione ad alto profilo di rischio economico, erano costretti ad abbandonare la trattativa, pur dichiarandosi disponibili a valutare future collaborazioni ed investimenti. La notizia del mancato salvataggio del club ha raggiunto i giocatori del Bari a Pergine, nel Trentino, dove da l’altro ieri erano a svolgere il ritiro estivo. Anche loro sono da ritenersi automaticamente svincolati.

Grazie al lodo Petrucci, sempre che si trovi la disponibilità di qualche imprenditore locale od anche degli stessi Raddrizzani o Napoli, il Bari potrebbe ripartire dalla Serie C. L’idea di utilizzare il titolo sportivo del Bisceglie, che è iscritto alla Serie C, non sembra convincere. Il sindaco di Bari, Antonio De Caro, sta in ogni caso lavorando su questo doppio fronte, favorendo tuttavia l’idea di aderire all’arbitrato Petrucci. In alternativa, se non fosse possibile sfruttare questo lodo, che consente di conferire il titolo sportivo di una società estromessa da un campionato a una nuova società della stessa città, su richiesta del sindaco, con la possibilità di far disputare alla nuova squadra il campionato immediatamente inferiore,a Bari si dovrebbe optare per la costituzione, grazie ad imprenditori locali, di un club che ripartirà dalla Serie D. In questa direzione è in corso di costituzione il comitato D come Dignità.

L’Avellino, invece, è riuscito a salvarsi. La società irpina ha presentato la fideiussione bancaria e le altre garanzie necessarie all’iscrizione al prossimo torneo cadetto. In questo modo la società si è garantita, salvo imprevisti all’esito dei controlli che devono essere espletati dalla Covisoc entro giovedì 19 luglio, il diritto a partecipare ancora al campionato di Serie B. Il presidente irpino, Walter Taccone, si dice sereno sull’esito degli ulteriori controlli. L’esposizione debitoria dell’Avellino era comunque contenuta e non raggiungeva, sfiorandolo, il milione di euro.