Sala stampa. Esposito, Livorno: "Dovevamo chiuderla, ora tenere alta l'attenzione"

05.02.2023 20:17 di  Luca Aprea  Twitter:    vedi letture
Vincenzo Esposito
Vincenzo Esposito
© foto di Amaranta.it

Livorno - Nel giorno del suo sessantesimo compleanno il Livorno fa un bel regalo a mister Vincenzo Esposito, regalando un successo da tre punti contro il Ghiviborgo. Una vittoria importante ma, a tenere banco, sono le difficoltà della squadra che, nonostante la superiorità numerica, non è riuscita a chiudere la partita: "Loro anche in dieci non hanno perso il baricentro - ha spiegato il tecnico amaranto - e sono riusciti sempre ad aggredire la partita, hanno continuato a tenere tanti giocatori dalla metà campo in su. Se mantieni l'equilibrio alla fine la superiorità numerica non è così evidente. Quello che è mancato da parte nostra è che loro, hanno forzato, si sono mantenuti alti, lasciando spazi importanti che non siamo riusciti a sfruttare per fare il secondo gol. Ci manca sempre la scelta giusta, lì dobbiamo migliorare perché questa era una partita da chiudere perché poi alla fine il rischio c'è sempre".

Decisiva, a conti fatti, la scelta di optare per Bruzzo nel tridente alle spalle di di Lucatti. Il numero 68 amaranto, preferito a El Bakthaoui e Bamba (poi subentrati) ha deciso la partita: "Mancando Greselin, considerando le caratteristiche degli avversari, avevo bisogno di avere un centrocampo con tre giocatori e Bruzzo aveva le qualità giuste anche perché ha tempi per l'inserimento e oggi è stato bravo e fortunato".

La classifica adesso ha una fisionomia decisamente più accettabile: "Non dobbiamo pensare in questi termini -ammonisce Esposito - ma solo a cercare dentro di noi la forza e la continuità per affrontare tutte le gare al massimo alzando la tensione perché in questo campionato tutte le partite sono complicate, poi magari tra tre mesi alzeremo la testa per vedere dove siamo. Cerchiamo di sfruttare questo momento senza esaltarci così non dobbiamo buttarci giù quando le cose non vanno bene. Di sicuro non dobbiamo pensare di aver fatto già qualcosa perché poi altrimenti rischiamo grosso".