Tre gol e tre domande

21.11.2022 09:32 di  Luca Aprea  Twitter:    vedi letture
Tre gol e tre domande
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Livorno – Il Livorno esce a pezzi dalla sfida alla nuova capolista. Sul campo della Pianese gli amaranto, pur con molte attenuanti, incassano una pesante sconfitta (3-0) che ne ridimensiona notevolmente le ambizioni. I bianconeri scappano infatti a +9 mentre l’Arezzo, vittorioso contro il Grosseto, schizza a +7. E non è finita qui: i successi di Poggibonsi e Flaminia hanno infatti fatto precipitare la squadra di Collacchioni al quinto posto, quasi fuori perfino dalla griglia playoff. Insomma, una domenica da dimenticare.

A Piancastagnaio il Livorno, a dire il vero, non aveva neanche approcciato male la partita creando qualche occasione e vedendosi negare un rigore su Lo Faso apparso evidente. Poi, in rapida sequenza, gli amaranto, già falcidiati da numerose assenze, hanno perso per infortunio prima Lo Faso e poi Pecchia (al rientro dopo un lungo stop). Dulcis in fundo, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, un flipper davanti a Fogli è stato risolto da Lepri per il vantaggio dei bianconeri.

Nel secondo tempo, se possibile, le cose sono andate anche peggio: in avvio di frazione Russo per arginare un contropiede dei padroni di casa è stato espulso e, in superiorità numerica, la Pianese in meno di cinque minuti ha chiuso la pratica con le reti di Kouko e Kondaj.

Esulando dalla partita del “Comunale” che, come abbiamo visto, è stata decisa, oltre che dalla forza e dalla qualità degli avversari, da alcune situazioni sfavorevoli, la sconfitta ripropone alcune riflessioni che da tempo accompagnano il cammino degli amaranto.

La prima riguarda la condizione atletica. Mister Collacchioni, potrà pure aver sbagliato qualcosa (come tutti del resto) ma ieri sul campo della capolista ha dovuto fare a meno, per problemi fisici, di Apolloni, Lucarelli, F. Neri, Rodriguez, Cretella e, a gara in corso, Pecchia e Lo Faso. Senza dimenticare un Giuliani rientrato da poco dopo un lungo stop. Tanti, troppi. Considerando che gran parte di questi infortuni non sono di natura traumatica qualche interrogativo, considerando anche l’addio a stagione in corso del preparatore atletico Javier Livia, è d’obbligo. Anche perché, il tema non è solo quello degli infortuni: più di una volta abbiamo visto gli avversari degli amaranto sopperire a un’inferiorità tecnica con corsa, ritmo e cambi di passo in grado di mettere in difficoltà Luci e compagni.

Il secondo dubbio è sulla rosa, anzi, per la precisione, sul reparto avanzato. Tema ormai ricorrente ma che gara dopo gara diventa sempre più evidente. Collacchioni non si è mai lamentato dell’organico a sua disposizione, anzi, lo ha difeso più volte, ma che a questa squadra manchi un finalizzatore sembra più che lampante. Soprattutto guardando gli altri: il tandem d’attacco della Pianese, Rinaldini-Kouko, ha segnato da solo quanto l’intero Livorno. Gli amaranto, anche quando hanno sfoderato le loro prestazioni migliori dal punto di vista del gioco, hanno faticato tremendamente a concretizzare. Basti pensare al ko con la Sangiovannese o, per rimanere alle ultime gare, al bel secondo tempo contro l’Ostia. È vero, il mercato può colmare questa lacuna, ma con nove punti di ritardo dalla prima e sette dalla seconda forse potrebbe essere troppo tardi.

E quest’ultimo punto pone un interrogativo a cui è davvero difficile anche solo provare a rispondere. Con questi distacchi quale sarà il futuro del campionato del Livorno? Vero, gli amaranto non erano e non sono i favoriti per la promozione in C ma, parafrasando il presidente Toccafondi, dover pensare alla prossima stagione già a novembre non può essere accettabile. Tuttavia, i distacchi maturati, non da due outsider ma da squadre attrezzate e accreditate, sono pesanti. Obbligatorio, giusto e sacrosanto lottare fino alla fine partita dopo partita ma, oggi, classifica alla mano, forse, è utile anche pensare al Livorno di domani.